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DIFFIDATE DALLE IMITAZIONI!

martedì 26 giugno 2012

DARWIN


Soggetto Luigi Piccatto, Sceneggiatura Paola Barbato, disegni Luigi Piccatto.
Gli autori di questo apocalittico romanzo a fumetti sono due colonne portanti di Dylan Dog; Paola Barbato ha anche scritto alcuni romanzi di discreto successo e Luigi Piccatto ha "osato" ideare e curare la miniserie heroic fantasy Khor  per la "rivale" Star Comics. Sono due solidi ed esperti professionisti del fumetto italiano... Darwin è ben scritto e ben disegnato, peccato sia del tutto inerte, per non dire inutile e fuori tempo massimo. Ricorda moltissimo certe serie, sia argentine che italiane, pubblicate negli anni 70 & 80 da Skorpio e Lanciostory, ma senza il disperato lirismo e la volontà di farsi allegoria che le caratterizzavano, dandogli il loro senso ultimo. Il fumetto popolare italiano è sempre più lontano ( anni luce? ) dall'intrattenimento del resto del mondo.
Isola felice o soltanto isolamento? Ai posteri l'ardua sentenza.

33 commenti:

  1. Da piccolo leggevo quelle storie su Skorpio e Lanciostory, me le portava a casa mio padre e le trovavo impilate sul comodino al mattino. Il loro disperato lirismo, come hai magnificamente riassunto, ha influenzato moltissimo la mia percezione delle cose. Grazie del ricordo.

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    1. Abbiamo molte cose in comune...entrambi scontiamo (con gioia e riconoscenza) le "colpe" dei padri.

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  2. Sì, però magari leggi bene i nomi, dai, non è difficile.
    Si chiama PiccaTTo. Con due "t".

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    1. E pensare che Piccatto (con Ortiz, Mari, Casertano, Rotundo, Ambrosini, Bacilieri...) è tra i miei disegnatori preferiti di casa Bonelli! Grazie per avermi, anche se ineducatamente, segnalato la svista.
      Provvedo immediatamente alla correzione.

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  3. Il pelo nell'uovo! Ma non sono più importanti i concetti espressi?

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  4. E' il solito dilemma fra forma e sostanza, come se le due cose non potessero convivere.
    E perché non chiedere che convivano a una che pretende di spaccare il capello in quattro nelle analisi che propone? Il nome sbagliato non è neanche l'unico errore, fra l'altro.
    Possiamo almeno provarci, a lasciare fuori la sciatteria.

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    1. Si potrebbe far notare in modo educato e garbato e firmando il proprio commento.

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    2. E cosa cambierebbe?
      Mi chiamo Giorgio, e faccio l'ingegnere a Mestre. Anzi, no, sono Simona, fornaia di Frosinone. Oppure sono Michele, vivo a Macerata e vendo vasellame d'importazione.
      La proposta di discussione rimane la stessa, no?

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    3. Anche per chi scrive di professione, gli errori sono la norma. Per questo esistono i proof reading e i correttori di bozze (due cose che ovviamente non mi posso permettere per il blog). Se volete, e se ne avete voglia, segnalatemi pure sviste ed errori, sarò felicissima di correggerli.

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  5. Curiosità: quali sono gli altri errori? Poi, non mi sembra che in questo caso abbia voluto spaccare il capello in quattro, ma solo porre un'interessante punto di riflessione.

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    1. E infatti non mi sembra d'aver parlato di questo caso specifico.
      Quanto agli errori, nel tuo caso, "un'interessante"; se al maschile, come in questo caso, non ci vuole l'apostrofo.
      Nel caso dell'autrice trovalo!

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    2. Troppo facile come risposta! Lo sciattone sei tu che ti aggrappi alle sviste di chi, magari, scrive di getto e senza pretese di editing, perchè è evidente che non hai altro da dire.

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  6. Non ho capito che tipo di riflessione vuole porre l'anonimo... Forse che Irina (delitto!!!)ha saltato la doppia "t" (lesa maestà!!!) di Piccatto? Capirei non avesse messo la doppia "s" a Picasso...ma neanche, una svista puù capitare a tutti. Mentre è chiaro come il sole che l'anonimo non ha argomenti.

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  7. E infatti ho scritto puù invece di può...

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  8. Vabbe', non importa. Non sono un troll, non m'interessa portare avanti guerre fra sordi per il mero gusto dello scontro. Quel che avevo da osservare l'ho detto e spero che l'autrice ne terrà conto.

    Ciao a tutti.

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  9. Tipico atteggiamento di chi lancia il sasso e nasconde la mano.
    Zero credibilità.

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  10. Sicuramente, è come l'anonimo si pone a destare sospetti... La solita vecchia tattica (propria anche di un certo giornalismo e di una certa politica) di evitare di discutere dell'argomento, mettendo sibilline pulci nelle orecchie e disseminando false piste per distrarre "l'utenza" dai contenuti. Poi, come detto sopra, gli errori ci possono stare, siamo pur sempre esseri umani.

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    1. Servita su un piatto d'argento, Daneel. Sublime.

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    2. notavo come fare errori di disegno, sia indice di cagatone post moderne che ne avvalgono lo stile invece di una necessità a migliorare o alla meglio abbandonare la carriera del disegnatore. mentre sbagliare la grammatica ti crocifigge automaticamente e inesorabilmente tra gli ignoranti et indegni.

      curioso ateggiamento.

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    3. Gli errori, di qualsiasi tipo, sono imperdonabili sulla carta stampata... Meno, molto meno se non per nulla, quando si chiacchiera e ci si confronta come in questi casi.

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  11. Forse Anonimo intendeva dire che Darvvin è ben scritto, corretto nella forma e nei contenuti, interessante, avvincente e ben disegnato?

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    1. Poteva dirlo, non credi? Forse Darwin non lo ha nemmeno letto.

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  12. Senza contare che il protagonista è assolutamente copiato da questo personaggio qui: http://images4.wikia.nocookie.net/__cb20100305144938/prototype/images/e/ef/ALEX_MERCER-CONCEPT-1-.png

    E non venitemi a dire che è un caso.
    Senza contare ancora, che la storia sembra presa di peso da I Am Alive di Ubisoft. Ormai la Bonelli propone cose viste e stra viste e ovviamente copiate a più non posso.

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    1. E ti sembra un concetto originale quello?

      Che la Bonelli non proponga niente o poco di nuovo ci sta.
      Ma accusarla di copiare da personaggi tanto privi di originalità già loro fa cascare un po' le braccia.

      Se ti sembra originale la storia di I Am Alive devi essere nato il 07 marzo 2012 se hai l'X-Box o il 4 aprile se hai la Play.

      Quel che conta non è l'archetipo, è come lo si sviluppa; e lo sviluppo spesso scontato delle storie, che non aggiunge niente di nuovo all'archetipo, è il problema della Bonelli.

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    2. Non conosco le cose citate da Passeri, ma originalità o meno la solfa bonelliana resta la stessa, ferma ai primi anni 90 e ampiamente superata da tutti, tranne dai "bonellidi" Eura e Star...praticamente è tutto il fumetto d'avventura italiano da edicola a fare schifo. Siamo il terzo mondo dell'intrattenimento!

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    3. C'è di peggio. L'Image degli anni '90 ad esempio (A parte qualche eccezione). L'unica differenza è che tra splash page e le poche pagine, lo schifo finiva prima.

      Quelli citati da Passeri sono videogiochi. Si vede che non aspira a diventare il tuo uomo ideale ;)
      Per quanto possano essere intriganti a livello di giocabilità, ad esempio Prototype (quello di cui ha linkato l'immagine), di certo non hanno un'originalità nella trama.

      Non difendo la Bonelli. Ma se si deve attaccarla, mi piacerebbe una critica un po' più puntuale che similitudini con videogiochi già loro non innovativi.

      Sono più d'accordo con il tuo generico attacco alla Bonelli che con il suo attacco con esempi sbagliati.
      Ma penso che dipenda dal mercato italiano. In quasi tutte le cose non si ama il rischio e si tenta di riproporre formule certe (il formato bonelliano ad esempio).

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