www.wondeirina.blogspot.com

DIFFIDATE DALLE IMITAZIONI!

martedì 19 marzo 2013

LE MONTAGNE DELLA FOLLIA di Lovecraft-Culbard

Povero Lovecraft, umiliato e svilito da questo inerte e incolore adattamento a fumetti. Culbard non ha la minima idea del significato di orrore cosmico e traduce in immagini piatte ed inespressive, quasi da riduzione scolastica per le medie, il capolavoro ispiratore di Hawks e Carpenter, già più volte portato sulla pagine di un fumetto da ben più illustri predecessori. Una riduzione inutile e mortificante, pesantemente debitrice di vetusti  modelli della bedè francobelga, e ancor più pesantemente funestata da un'orribile colorazione, annientatrice di  atmosfere e profondità. Perchè tanto odio?

4 commenti:

  1. Che dire, si tratta di gusti personali.
    Povero Culbard, il quale non è stato apprezzato nemmeno con SHERLOCK HOLMES, mi riferisco ai due romanzi fino ad ora pubblicati in italia dalla bd. Eppure, si volesse guardar bene, scrollandoci di dosso la regola non scritta che i romanzi horror sono da affidare a disegnatori il cui stile sia sufficentemente "buio", si apprezzerebbe di più lo sforzo, più narrativo che stilistico dell' autore.
    Ma i gusti son gusti, certo, non mi spiacerebbe che i romanzi di Lovecraft fossero illustrati da autori come Bill Sienkiewicz, ma la semplicità di tratto sicuramente aprirà le porte alla lettura delle giovini menti. Certo, lo ho già detto una volta, lo ripeto;

    Leggete i suoi romanzi, nulla di paragonabile con altre versioni narrative.

    Ma a mio giudizio, questo prodotto è meritevole di attenzione

    RispondiElimina
  2. Si, i gusti personali sono importanti, ma devono essere supportati da un minimo di cultura letteraria e fumettistica. Non voglio dire che tu non ce l'abbia, anzi si vede da quello che scrivi che ce l'hai ma, forse, segui un po' troppo le mode del momento, senza renderti conto che nel caso di Culbard si guarda più al passato (trito e ritrito della linea chiara franco/belga morta e sepolta negli anni 80)che al presente o al futuro. La sua resta comunque la peggiore riduzione a fumetti di Lovecraft che sia mai stata fatta.

    RispondiElimina
  3. H.P.L. resta uno dei miei autori più cari. Ma più che altro per il merito di aver creato ed organizzato una mitologia fra le più terrificanti mai concepite. Sul talento letterario in senso stretto, invece, ci sarebbe un po' da ridire: una prosa pesante, ripetitiva, a tratti inutilmente barocca. Alcune gemme come "La musica di Erich Zann" risentono meno di questo, costrette nella dimensione più contenuta del racconto.
    L'adattamento a fumetti non è riuscito, ma dalla qualità del lavoro del disegnatore.
    Il problema non è nella resa visiva piatta e inespressiva o nella discutibile scelta del colore.
    Il lavoro di Culbard non sarebbe neanche disprezzabile, se non fosse che la miopia editoriale ha pensato che avendo l'autore adattato gradevolmente Conan Doyle, avrebbe potuto adattare un altro autore molto popolare quasi coevo. Lovecraft avrebbe bisogno di un adattamento, nella sceneggiatura, molto "diverso" da quello che è stato fatto. Ma questo è un problema che si è presentato a chiunque abbia pensato di mettere le mani sul quel gioiello oscuro che è l'opera dell'Eremita di Providence. Nemmeno Hawks e Carpenter hanno centrato il bersaglio (un bersaglio viscido e vorace, appunto). Temo che l'unico modo realmente rispettoso di adattare ad un altro medium Lovecraft, sarebbe affidare il compito ad un artista con una psicosi conclamata. Perché il valore di H.P.L. non è nella scrittura, ma nel delirio.

    RispondiElimina
  4. Concordo, l'unico -ma chissà se aveva o meno delle psicosi- ad aver fatto delle buone riduzioni a fumetti di Lovecraft è stato Alberto Breccia, e al cinema David Keith con "The Curse" (non ricordo il titolo in italiano, ma prossimamente lo recensirò). Grazie e ripassa più spesso!

    RispondiElimina