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DIFFIDATE DALLE IMITAZIONI!

venerdì 13 luglio 2012

Qualunque porto è buono durante una tempesta

Ho avuto un piccolo collasso da superlavoro, niente di grave: svenimento (in stile diva del muto) nel bel mezzo di un congresso... Il medico mi ha prescritto tre giorni di assoluto riposo, che passerò in spiaggia a sorseggiare mojito e a leggere questi due romanzi che mi sono portata appresso. 
Non aprirò il portatile, ma voi scrivetemi lo stesso... Lunedì torno operativa!

24 commenti:

  1. Dio come ti capisco. ripigliati, che attendiamo nuove rece!

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  2. Grazie Alessandro! Come vedi non ho resistito e sono già alla tastiera.

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  3. Lieto di sapere che ti sei già ripresa.
    Quel libro di Zelazny è molto bello (ce l'ho nella stessa edizione!). Approvo la scelta per ricostituire i nervi sfibrati.
    Anche se detesto il mojito.

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  4. Che alla fine non ho bevuto...troppo caldo, sono andata di acqua e menta. Ottimo il tomello (è assai breve, purtroppo) di Zelazny, non il suo migliore, ma molto bello lo stesso.

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    1. Un altro libello di Zelazny che mi piacque molto e che ti consiglio (sempre che tu non lo conosca già, come al solito) è Jack delle ombre.
      Lo trovai anni or sono nell'edicola della stazione di Venezia, in un'edizione antidiluviana arrivata là da chissà dove.
      Un libro strano, da cui più di qualcuno (King, per citarne uno) ha attinto, nel corso degli anni. Sfiora a tratti il fantasy, senza farsi mai contaminare troppo, per fortuna. Qui Zelazny offre una personale, solidissima e inquietante cosmologia, senza cadere nella trappola delle descrizioni pedanti, ma limitandosi a suggerirla nel corso degli eventi. Una sorta di "cosmologia liofilizzata", che affida al lettore il compito di essere idratata (come già aveva fatto in Creature della luce e delle tenebre, due anni prima).
      In un punto del romanzo c'è una brillante (e spiccia, nella miglior tradizione del pragmatismo americano) risoluzione della diatriba ermeneutica sulle diverse Weltanschauung.
      Quest'ultimo paragrafo me lo ha fatto scrivere lo spirito di Ghezzi, che per un attimo ha preso possesso del mio corpo.

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    2. Bello Jack delle Ombre, gran bevitore. Lo sto leggendo proprio in 'sto periodo. Lo trovo, come Creature della luce e delle tenebre, un po' ingenuo nel mondo che crea, ma è comunque ricco di trovate e con personaggi ben caratterizzati (Il dialogo con **** del Mattino mi piace molto).
      E' fantasy comunque :P (maledetti non amanti del fantasy)

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    3. No che non è fantasy, pollastrino! Più vicino a quella roba ibrida che fa Gaiman.

      Ingenuo come i miti antichi, che erano il suo proprio riferimento. Ingenuo come il Ramayana..

      Come dicevo, sta al lettore idratarne la polpa ristretta, aggiungi più acqua.

      Sì, il dialogo è bellissimo.

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    4. Quella roba ibrida che fa Gaiman è fantasy.
      La vostra idiosincrasia per il fantasy dei nerboruti vi sballa la classificazione.

      I miti antichi sono meno ingenui secondo me. Ok come il Ramayana ci sta (Ma appena lo leggo tutto se ne riparla, tra qualche reincarnazione).

      Sisì, acqua ne aggiungo. Era una considerazione, non una critica. Va bene così com'è.

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    5. No che non è fantasy.
      La mia idiosincrasia è per la fantasy tutta, non solo nerboruta.
      Nella mia opinione, presa come genere, è allo stesso livello dei romanzetti rosa.
      I casi specifici che apprezzo, e molto, hanno elementi in virtù dei quali la definizione non è più appropriata.

      Ma sarei curioso di sapere qual è una definizione appropriata di fantasy, a questo punto. Quali sono gli elementi in presenza dei quali qualcosa rientra in questo genere? Così ci mettiamo d'accordo.

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    6. Questo vale per qualsiasi cosa di genere.
      Gaiman con Sandman ha vinto il World Fantasy Award.
      Poi chiaro che non è fantasy e basta. Ma io con fantasy intendo anche fantastico, fiabesco, mitologico, semplificativamente. E' una commistione di generi, ma è molto forte la presenza di elfi, fate, demoni, streghe, maghetti pre-potter, ecc. Se mi dicessi che è mitologico o fantastico non avrei niente da dire. Ma se mi dici che non è fantasy non sono d'accordo.

      Anche Swamp Thing e Costantine direi che sono horror, semplificativamente. Per la sempre presente componente occultistica. Anche se erano presenti tematiche sociali, almeno nell'Hellblazer di Delano.
      Stavo pensando...come classificheresti Shade? Per quel poco che ne abbiamo letto...

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    7. Ok, ma a questo punto non riconosco (alla Thoreau, ovvero non la legittimo) l'idiota definizione comoda all'editoria. Secondo questa, "Sogno di una notte di mezza estate", "La tempesta" e persino "Macbeth" con le sue streghe e i malefici dovrebbero essere fantasy.
      Quindi quando parlo di autori più difficili da incasellare (e perché, poi?), come Zelazny, preferisco riferirmi all'idiota definizione soltanto come un pericolo sfiorato, ai fini dell'economia del discorso, non per dare credito all'etichetta o perdere tempo nel cercare di demolirla più di quanto non faccia già da sola.

      Per Shade, bella domanda...
      Surrealismo eroico.
      Tanto per spararne una.
      Il prossimo colpo è vostro, Monsieur. Badate a non sparare in terra.

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    8. Ma questo perchè tu hai idiosincrasia per il termine fantasy. So anche io che è stretto. Ma non gli è estraneo. Non è comoda solo all'editoria. E' una classificazione generica.
      "Mi consigli una bella storia fantasy( o fantastica o ricca di minchiate)?"
      "Certo! Leggi: "Sandman, Jack delle Ombre, I Signori della luce e delle tenebre"
      Dopo averlo letto:
      "Ma non era fantasy/fantastico/minchionico"
      "Sì ma ti è piaciuto o no? No? Non capisci un cazzo. Sì? E allora che ti frega se non lo era precisamente"
      A questo servono le etichette.

      Colpito sulla coscia, mio caro Barry.

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    9. "Mi consigli una bella storia fantasy?"
      "No!"


      Bravo Monsieur per aver inteso..

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    10. Come potevo non intendere un capolavoro fantasy come quello.

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  5. Fantasy interessante ce n'è! Moorcock, Wolfe, Leiber,Le Guin, Zuddas... anche Zelazny ha scritto un'ottima saga fantasy!

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  6. I miei Zelazny preferiti sono La pista dell'orrore e Signore della luce (non male neanche Dies Irae in collaborazione con P.K.Dick). Il mio ex proffi Perissin8 ha ragione: di fantasy interessante ce n'e' 'na vagonata (scusatemi gli accenti e gli apostrofi bislacchi, ma ho la tastiera rotta ):): Elric di Melnibone' di Moorcock, Balthis l'avventuriera di Zuddas, Terramare della Le Guin, il ciclo del nuove sole di Gene Woolfe (il Leiber fantasy non l'ho letto, ma ho il fumetto di Mignola, mi fido del nome pero'!), aggiungerei anche i veri Robert Howard e Tanith Lee, e tutti mi dicono un gran ben dell'Amber di Zelazny (non lo trovo da nessuna parte, mannaggia!). In tutti i casi e' un tipo di fantasy o pionieristica o matura o parascientifica, che non viene piu'praticata da nessuno... Gaiman non mi piace, salvo solo -ma per un pelo- American gods.

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    1. Ecco, per la miseria! Fantasy parascientifica! Se lo scrivevo così risolvevo tutto più in fretta. Concordo sull'elenco di autori e romanzi (il ciclo di Leiber è bello in entrambe le versioni, scritta e disegnata), ma appunto mi rifiuto di vederli come fantasy tout court, in questo sono come il soldato giapponese dimenticato sull'isola.

      Del ciclo dell'Amber ho i primi due romanzi, in inglese. Se ti vedo a Lucca te li presto, immagino ti riconoscerò dall'alone di luce che ti circonda.

      American Gods è il miglior lavoro di Gaiman. Tranne che per il finale deboluccio e la sequenza di epiloghi che sgonfiano la trama come un soufflé mal riuscito.

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    2. @Irina:
      Amber è facile da trovare su internet, se non ti secca leggerlo in inglese.

      @Bibò:
      Di Gaiman non dimentichi il Corinzio o il ciclo dell'immortale (o immortali considerando anche l'indiano)? E alcune storie della Locanda alla fine del mondo

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    3. Non credo le secchi, visto che parla venti lingue.

      Sì avevo dimenticato di indicare le storie su Hob Gadling.
      E la Locanda è una bella reinvenzione dei Canterbury Tales.

      Ma chi voglio prendere in giro! Le cose che ha scritto per Sandman erano capolavori.

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    4. Eh le parla, ma non ha detto che le legge. Forse ha un'idiosincrasia per il muletto. L'animale che tutto il mondo ringrazia e idolatra più di tutti (Escluse le religioni)

      Bravo m'ero scordato il nome. Se solo quel caspio di kindle leggesse i cbr....

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  7. Ah, dimenticavo il mio preferito: Il mondo in un tappeto di Clive Barker(altro che Gaiman)! Ma lui e' un caso a parte.

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  8. No problem per l'inglese, ma da un po'(poco ad onor del vero) non compro nada da internet. Mi piace il contatto fisico... e girare per bancarelle e per oscuri negozietti di libri usati...anche all'estero. Il Gaiman di Sandman mi garba più di quello "letterario", ma dei "vertiginosi" autori inglesi le mie preferenze vanno alle tre "M": Moore, Milligan, Morrison.

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    1. Allora ti consiglio due documentari molto molto belli:

      "The Mindscape of Alan Moore" di Dez Vylenz (Bellissimo!)

      "Talking with Gods" di Patrick Meaney (su Morrison)

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    2. Sì, sui tre Marmittoni della Vertigo non si discute.
      Ma anche Delano, Willingham e altri non mi dispiacciono affatto.

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