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sabato 28 luglio 2012

Da sinistra: la fantasy italiana che sembra fantascienza


Lino Aldani, il piu' noto e importante scrittore italiano di fantascienza di sempre (purtroppo scomparso), e Daniela Piegai, al tempo tra le promesse piu' luminose della fs, scrissero negli anni 80 un romanzo fantasy dichiaratamente di sinistra: Nel segno della luna bianca. L'allora controverso risultato e' in realta' un opera solida (resistente al tempo) e matura che -alla pari di quelle di Gianluigi Zuddas (da leggere, TUTTE!)- sconfina nella fantascienza. Come i precedenti romanzi e racconti dei due autori, Nel segno della luna bianca e' un inno alla trasgressione e alla ribellione. Intriso di sesso e violenza (di verita' radicali, inevitabili in un mondo cosi' decritto); dalle modalita' etiche ed estetiche opposte alla -anche allora- imperante fantasy conservatrice di stampo "tolkieniano" ( Brooks, Eddings, Feist...), il romanzo si situa in quella strana linea di demarcazione (limbo?) alla quale appartengono opere fantasy amate soprattutto dai lettori di fantascienza, come Il ciclo del Nuovo Sole di Gene Wolfe, Earthsea di Ursula Le Guin e praticamente tutte quelle firmate da Michael Moorcock e Tanith Lee. Oggi, coi lettori e gli autori che il genere si ritrova, romanzi tali sarebbero improponibili, in quanto non fuga della realta' ma analisi allegorica della stessa.
Nel segno della luna bianca e' un romanzo immenso, unico, impareggiabile, irripetibile...irrinunciabile.

3 commenti:

  1. Di Aldani lessi tempo fa "Quando le radici", nella ristampa che fece Urania. Un romanzo molto bello, dall'umore crepuscolare.
    Proverò a recuperare questo. Grazie della segnalazione.
    Hai per caso letto il suo ultimo libro, "Themoro Korik"? Ero incerto se procurarmelo o no.
    Da quando ti leggo ho dovuto incrementare le mie frequentazioni di mercatini e rigatterie.
    La mia allergia alla polvere ringrazia.

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  2. Purtroppo non l'ho letto... I mercatini e le rigatterie dovrebbero pagarmi una percentuale ;)

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  3. Tutto Aldani e tutto Piegai, come lo Zuddas da te citato, è obbligatoriamente da leggere! Aggiungerei anche Luigi Menghini, ottimo ma svanito nel nulla.

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