La mia idea era quella di un mega reportage su Lucca Comics 2012, con una montagna di recensioni... Ma l'unica montagna sono i soldi che ho letteralmente buttati nel cesso, comprando robaccia spacciata per capolavori irrinunciabili. Roba brutta, la maggior parte italiana (siamo indietro di 20 anni, rispetto a tutti!!!!), ma anche i francesi -benchè più genuinamente al passo coi tempi- non sono più la "garanzia" di qualità dei bei tempi andati.
Di tutto quello che ho comprato, materiale vintage a parte, salvo soltanto questo n.6 di ATOMIC ROBO, serie che già leggevo con simpatia, ma che -con questo numero- compie un triplo salto mortale con avvitamento in termini di qualità e coinvolgimento emotivo. Un tributo di grande eleganza all'edizione americana di AKIRA, quella colorata da Steve Oliff per intenderci. Attenzione però, non si tratta di uno sterile omaggio da fan irriducibile, bensì di una finissima rielaborazione estetica e contenutistica . Recentemente, il capolavoro di Otomo è stato omaggiato anche dall'italiano Enzo Troiano nel suo Harcadya, con esiti ben diversi, seppure non del tutto disprezzabili. La differenza tra i due è principalmente di tipo "analitico": gli autori di Atomic Robo, rielaborano e riplasmano, Enzo Troiano si accontenta di un approccio "citazionista".
Questo numero di Atomic Robo, oltre ad assicurarsi la mia personale palma di miglior fumetto in circolazione, mi ha ricordato quanto erano belli "certi" manga... non solo Akira, ma anche: Ghost in the shell, Appleseed, Venus Wars, Nausicaa, Midnight Eye.... e pochissimi altri, di cui ormai neanche i mangofili si ricordano più.
Comprate e diffondete Atomic Robo, se esite un paradiso -quando questo schifosissimo mondo finirà- ci andrete di sicuro.